Milano, nata da una migrazione dei Galli e sviluppatasi nel tempo per la sua posizione strategica al centro della pianura padana, non godendo di protezioni naturali quali fiumi o montagne, da sempre si è protetta con cerchia di mura, quelle Romane prima, quelle Medioevali poi ed infine le Mura Spagnole; sono queste ultime che delimitano oggi i confini della nostra Zona 1. Si può così far risalire la nascita della Zona 1 al 22 Aprile 1549, quando furono inaugurati i nuovi bastioni di Milano, meglio conosciuti come le Mura Spagnole, costituiti da un alto muraglione, fatto di torri e lunette, che racchiudeva tutta l’antica città cinta dai navigli.

Dal suo centro e nucleo, Piazza dei Mercanti, si diramano i sei rioni storici, ai quali si accedeva in città da altrettanti Archi Trionfali posti lungo le Mura: Porta Romana, Porta Ticinese, Porta Vercellina , l’Arco della Pace sulla via che porta in Francia, Porta Nuova e Porta Comasina . Nella seconda metà dell’ 800 i bastioni saranno demoliti cancellando le antiche fortificazioni; gli ultimi tratti – dei dieci chilometri originali che ne facevano la più estesa opera bastionata Rinascimentale - li troviamo oggi in Piazza Medaglie d’Oro a Porta Romana e lungo il viale Vittorio Veneto a Porta Venezia.

Le tradizioni di Milano nel suo nucleo storico traspaiono dai nomi delle Vie intorno a Piazza Mercanti, il suo centro: Via Farine, Via Armorari, Via Spadari, Via Speronari, Via Cappellari, testimonianze di una città attiva intorno ai suoi artigiani, una città dedita ai commerci, una città che non ama ostentare la sua ricchezza attraverso le facciate dei palazzi, ma la racchiude all’interno dei suoi cortili e dei suoi giardini.

Solo il suo Duomo, simbolo della città e della nostra Zona 1, con una costruzione durata oltre 5 secoli (1418/1965), nella sua grandiosità gotica, nelle sue guglie bianche che si stagliano contro il cielo azzurro, ne esprime tutta la ricchezza morale e materiale.

Milano nel suo centro, non si ferma mai, è un crocevia di lingue, nazionalità, professioni; è in continua evoluzione e non si riesce a star dietro a ‘firme’, ristoranti, alberghi che vogliono farne la loro vetrina.

E’ dalla Zona 1 che Milano e l’Italia si rivolgono al mondo attraverso la lirica, con il suo Teatro alla Scala, al mondo dell’arte con i suoi musei, dallo storico Brera al nuovissimo Novecento, dalle case Museo: Poldi Pezzoli, Bagatti Valsecchi, Jan, Necchi, da Palazzo Reale al Castello, dalle Basiliche d’ineguagliabile architettura: Sant’ Ambrogio, San Lorenzo, Sant’ Eustorgio, San Babila, San Gottardo in Corte alla piccola San Satiro, da Santa Maria della Passione alla Chiesa delle Grazie che racchiude l’Ultima Cena … Ogni Via un campanile e ogni campanile una Chiesa che racchiude una fetta di storia di una città ricca e operosa.

E’ dalla Zona 1 che Milano e l’Italia si rivolgono al mondo attraverso la sua moda, oscurando Parigi e conquistando ogni capitale, rendendo un marchio le sue ‘Via Montenapoleone’ e ‘Via Spiga’.

Presente e passato, artigianato e high tech, residenti e mondo del lavoro: la zona 1 cammina al passo con i tempi, ma non perde mai la coscienza ed il gusto della propria storia; i palazzi storici ci raccontano l’evoluzione della città; i mercati rionali e artigianali convivono con boutique e marchi; i ciclisti sono ormai una realtà che compete con gli altri mezzi di trasporto, le zone pedonali sono in continuo aumento …

La Zona 1, come la videro durante i loro soggiorni Stendhal: ‘In Milano particolarmente nulla manca di ciò che possa dar lustro e rilievo ad una grande città. Qui abbiamo un regio istituto di scienze e lettere; qui un insigne osservatorio ed astronomi rinomatissimi; qui una pinacoteca, un orto botanico…. qui varie biblioteche pubbliche e private doviziosissime di tesori finora sconosciuti … un conservatorio insigne di musica … un istituto di sordi e muti … il più vasto e meglio provveduto ospitale d'Italia, ed una scuola veterinaria’ Verga: “Sì, Milano è proprio bella, amico mio e credimi che qualche volta c’è proprio bisogno di una tenace volontà per resistere alle sue seduzioni e restare al lavoro. Ma queste sue seduzioni istesse sono fomite, eccitamento continuo al lavoro, sono l’aria respirabile perché viva la mente; ed il cuore, lungi da farci torto, non serve spesso che a rinvigorirla. Provasi davvero la febbre di fare; in mezzo a cotesta folla briosa, seducente, bella, che ti si aggira attorno, provi il bisogno di isolarti, assai meglio di come se tu passi in una solitaria campagna. E la solitudine ti è popolata di tutte le larve affascinanti che ti hanno sorriso per le vie e che sono diventate patrimonio della tua mente”,